psicoterapia di coppia La psicoterapia di coppia nell’ottica sistemico-relazionale ha un approccio che tiene in considerazione i componenti della coppia immersi nelle relazioni significative in cui vivono e hanno vissuto. All’interno di tali relazioni possono nascere una serie di ostacoli alla piena espressione delle capacità umane e alla possibilità di vivere la vita serenamente.

Inoltre, ciò che le persone nella loro storia vivono come un vuoto, tende ad essere il punto principale di una ricerca che può andare avanti anche tutta la vita. Tale ricerca è ovviamente rivolta alle nuove relazioni significative che si creano, le quali vengono investite di significati profondi e spesso riparatori.

E’ per questo motivo che tra gli strumenti utilizzati in una psicoterapia di coppia con un approccio sistemico-relazionale, si usano strumenti come il ‘Genogramma’, che favoriscono una maggiore presa di coscienza dell’influenza che ancora hanno le famiglie di origine sugli individui.

E poi cosa succede?

Succede che l’emergere dei significati ‘altri’ dati alle relazioni porta a vedere sotto nuova luce il rapporto di coppia, succede altresì che, quello che fino a quel momento veniva solo agito, inizia ad essere finalmente ri-elaborato e ad ‘alleggerire’ il legame, fino a una attesa riscoperta di sé stessi e dell’altro.

A volte però accade che gli psicoterapeuti si trovino impantanati con il ‘sistema’ (sia esso coppia o famiglia) con cui stanno lavorando.

Cosa fare in quel caso?

Continuare aumentando gli sforzi e il coinvolgimento, nell’illusione di un intervento salvifico?

Oppure ammettere ed accettare lo stallo in cui si trova la psicoterapia?

In questo articolo, che presenta un caso reale di una fase del percorso di una psicoterapia di coppia,  proponiamo un esempio di quello che viene definito un ‘down psicoterapeutico‘, in cui agiamo proprio secondo una logica di ri-strutturazione del sistema psicoterapeuti-clienti.

Psicoterapia di Coppia: Il Caso

Maria, 55 anni, insegnante di matematica alla scuola primaria. Fabrizio, 56 anni, funzionario amministrativo presso un ente parastatale.

Maria e Fabrizio sono sposati da circa 32 anni. Hanno tre figli. Due femmine, che vivono all’estero,  e un maschio, studente, che vive in casa con i genitori.

E’ Maria che chiama chiedendo una psicoterapia di coppia per ‘problemi con il marito’, su suggerimento di un amico psicoterapeuta psicoanalista.

Maria ha scoperto da qualche mese di essere stata tradita dal marito, ma del tradimento non si parla, non subito. Emerge, invece, fin da subito, con forza e vivacità, l’influenza delle rispettive famiglie di origine. Proponiamo alla coppia il “Genogramma Mobile per Coppie”, uno strumento di rappresentazione tridimensionale delle famiglie di origine che accompagna la storia di ciascuno.

Maria viene da una famiglia ristretta con genitori separati, in cui regna un profondo senso di solitudine e assenza di condivisione affettiva. Incontra Fabrizio che ha alle spalle una ‘famiglia clan’, allargata.

Maria, forse, si aspettava di entrare a far parte della grande famiglia di Fabrizio, poter vivere e condividere finalmente lo scambio relazionale?

Psicoterapia di Coppia: L’Intervento

Creato un intervallo temporale in cui la coppia si è rispettata e ascoltata, gradualmente si ritorna sul tradimento. Le due modalità comunicative e relazionali faticano ad incontrarsi: lei chiede ma in modo confuso, lui sfugge il contenuto rimanendo ancorato alla forma del discorso.

Aiutiamo Maria a definire meglio le richieste e Fabrizio a rimanere sul contenuto. Aiutiamo entrambi a focalizzarsi sul qui ed ora. Le nuove strategie comunicative sembrano funzionare ma non per molto. Dopo una lunga pausa estiva Maria e Fabrizio riportano nuovamente il problema dell’incomunicabilità. Lo stallo della coppia è evidente. Ma lo stallo è anche della psicoterapia.

Psicoterapia di Coppia: Il Down

Gli psicoterapeuti decidono, allora, di utilizzare la strategia conosciuta come ‘down psicoterapeutico’.

Ammettono apertamente che questo percorso di psicoterapia di coppia è fermo e rimettono la decisione di proseguire ai pazienti stessi.

Applicando questa ‘manovra’ in una psicoterapia di coppia, entrambi i membri vengono responsabilizzati sulla psicoterapia stessa e viene chiesto a ciascuno di giungere ad una decisione separata. Se la decisione sarà positiva, si aprirà una nuova fase della psicoterapia, se ambedue (ma anche uno solo) avesse delle perplessità, il percorso si interromperebbe immediatamente. Viene proposto che ognuno dia la sua risposta per separato ad uno degli psicoterapeuti e che solo nel caso in cui ci fossero due risposte positive sarebbe possibile fissare un’altra seduta.

I due coniugi chiamano nella forma che era stata loro indicata e si dichiarano disponibili a proseguire la psicoterapia di coppia.

Gli aspetti salienti

Il caso qui riportato è riferito ad una psicoterapia di coppia, andiamo però ad analizzare quelli che sono gli aspetti salienti del down applicabili anche in altri tipi di psicoterapia:

  1. Gli psicoterapeuti ammettono con semplicità che il percorso non ha ottenuto effetti significativi. In questa maniera, anticipano un’eventuale ‘smarcamento’ di uno dei coniugi, che sarebbe passato invece come una critica alla psicoterapia. La critica è a carico degli psicoterapeuti che non hanno timore di ammettere eventuali mancanze anche loro.
  2. Il punto precedente permette ai pazienti di “scegliere di nuovo” la psicoterapia. Stavolta, con meno delega agli psicoterapeuti, i quali sono in grado di chiedere loro quali sono gli obiettivi che vogliono raggiungere (anziché delegare agli ‘esperti’ la definizione degli obiettivi e la soluzione dei problemi).
  3. Per una volta, una volta importante, si chiede loro di essere ‘dalla stessa parte’. L’aspetto paradossale sta proprio qui: “per continuare la psicoterapia di coppia, dovete essere uniti”; che è uno degli aspetti che mancano, secondo loro.

L’attivazione dei clienti attraverso in down psicoterapeutico è una tecnica raffinata e di non facile acquisizione. Occorre capire bene il punto in cui è impantanata la psicoterapia e non avere paura di segnalarlo in modo molto chiaro.

Insomma, l’esatto contrario dei timori che psicoterapeuti giovani e/o inesperti potrebbero avere di fronte ad uno stallo.

 

Maurizio Coletti

Nicolina Caiafa