Recensione di Monica Micheli
È un libro con 2 anime, questo di Sandro Montanari anzi, per meglio dire, con un corpo e un’anima.
Il corpo sta nella prima parte, nei suoi fili teorici diligentemente dipanati e distesi, a fare da trama, delineando contesti di riferimento.
Pregio particolare di questa parte è aver posto l’attenzione sulla psicoterapia individuale sistemica, ed in particolar modo sulla necessaria operazione di dereificazione del modello sistemico, troppo spesso in passato confuso con il livello di intervento: un pensare sistemico che nella clinica si traduceva in un lavoro concreto sui sistemi (coppie, famiglie…), contrapposto ad un pensiero sistemico come griglia epistemologica che orienta l’intervento, indipendentemente dal soggetto o dal gruppo a cui è rivolto. Paradossalmente, scrive Montanari, si potrebbe “entrare in relazione con l’individuo in modo sistemico così come con la famiglia in modo non sistemico”.
La terapia individuale sistemica ha come focus l’individuo e le sue relazioni, dove l’individuo è visto come espressione del particolare intreccio di trame orizzontali e verticali della sua storia e delle sue relazioni significative, presenti e passate.
Centrali, secondo l’autore, sono gli isomorfismi per cui ogni relazione dell’individuo (per esempio quella con il terapeuta) tende a replicare i modelli relazionali acquisiti all’interno del suo sistema familiare, la famiglia così, “attraverso l’individuo, entra in relazione indirettamente e circolarmente con il terapeuta”.
Molto utile è la panoramica, che l’autore fa, di tutti i principali clinici che hanno elaborato modelli di intervento sistemico individuale, da Bowen a Boscolo a Canevaro…
La seconda parte è l’anima del libro, la tessitura che dona colore alla trama, un viaggio affascinante, il racconto di un incontro, di un percorso in cui terapeuta e paziente camminano e risuonano insieme, a volte armonizzando le loro voci, altre producendo dissonanze.
La relazione terapeutica qui è centrale, presentificazione della mappa relazionale del paziente. Il terapeuta ne coglie peculiarità ed isomorfismi, e nella stanza compaiono gli echi di altre voci, di altre stanze… la vicinanza affettuosa tra Sandro (il terapeuta) e Roberto (il paziente), è elemento fondativo della relazione terapeutica e permette di rimettere in scena antiche dinamiche, rendendole finalmente visibili ma, in mezzo a riletture e sottolineature sempre molto rispettose, lascia anche che l’ironia si faccia strada e aiuti ad aprire la via a diverse possibilità relazionali…
Il libro ci accompagna attraverso il viaggio di un incontro significativo che tesse un filo resistente anche alla fine della terapia, mantenendosi vivo con delle precise ritualità periodiche. Nell’epilogo cogliamo quanto questo viaggio sia stato significativo non solo per il paziente ma anche per il terapeuta, e forse proprio questo lo rende speciale, l’anima del terapeuta infatti, pur poggiata su solidi supporti teorici e tecnici, appare libera di librare e risuonare in una relazione che nel farsi cura diventa infine legame.
Monica Micheli