WORKSHOP
Le famiglie multiproblematiche, quando le famiglie non chiedono niente.
Molti padri e madri dubitano di poter diventare genitori migliori o di poter sviluppare migliori competenze personali. Hanno la sensazione di non poter influire sul corso delle loro vite e vivono come se fossero condannati a subire i condizionamenti che sono loro imposti dall’esterno. Queste famiglie a volte sono segnalate ai Servizi Sociali ed hanno una lunga storia di prese in carico. Oltre alle loro vicende personali portano in sé la storia dei numerosi interventi psicosociali di cui sono state oggetto e che le hanno segnate. È spesso in rapporto a questa storia, caratterizzata da numerose rotture e inganni, che reagiscono le famiglie, mostrando scarsa motivazione a collaborare. Rifiutare l’aiuto proposto diviene allora un modo di conquistare un sentimento d’identità e di differenziazione . Quel “no”, molto spesso goffamente articolato, può essere considerato come un feedback competente, una sorta di “soluzione” rispetto a un vissuto di passività e fallimento.
GILBERT PREGNO Psicologo e psicoterapeuta familiare, trainer e supervisore sistemico. Lavora in un istituto di affidamento e di terapia dove ha vestito la carica di direttore. Presidente della Commissione dei Diritti dell’Uomo a Lussemburgo.
Autore di numerose interventi radiofonici e televisivi, di pubblicazioni sul tema della famiglia, i bambini, la presa in carico sistemica, la prevenzione, l’etica professionale e il rispetto dei diritti umani, Rendendosi conto che non bastava essere un terapista competente nel lavoro con le famiglie ma che ci volevano anche cambiamenti politici e culturali per rendere possibile altre forme di solidarietà e democrazia, si e impegnato nel campo dei diritti umani e dei bambini.
Gli operatori vogliono farsi carico di questa non-collaborazione, confermandola, e prendendola come spiegazione? Esistono degli atteggiamenti e degli interventi che consentono di creare uno spazio di scambio facendo nascere una speranza dove non c’è?