Ieri, cercando di capire dove fosse collocato il mio intervento alla Conferenza Relates prevista per il prossimo Giugno a Barcellona, ho trovato uno dei miei interventi previsti:

Ho subito pensato che il tema è sommamente interessante e che sono abbastanza anziano per avere partecipato alle prime esperienze di terapia familiare in dimensione europea.

Poi ho pensato che ero contento di condividere l’occasione con Rodolfo; bene, mi sono detto, una persona che stimo, a cui voglio bene e con cui vado d’accordo.

Nel pomeriggio sono stato raggiunto dalla notizia della sua scomparsa e sono rimasto di sasso. Sapevo che non stava bene, ma non pensavo alla sua morte.

Vorrei provare a ricordarlo sottolineando quello che mi viene dal cuore e dalla memoria.

Innanzitutto, Rodolfo è stato una bellissima persona; disponibile, spiritoso, attento, ironico e autoironico, accogliente. Si poteva parlare con lui di tante cose. Delle sue improbabili giacche, come delle teorie, così come delle direzioni che prendono psicoterapie e psicoterapia familiare.

Poi, è stato un innovatore. A partire dalla sua partecipazione ai primi passi della Terapia Familiare in Italia (con Maurizio Andolfi, Carmine Saccu ed altri), ha sempre mostrato un interesse acuto e instancabile per le dimensioni poco conosciute e diverse del nostro lavoro. Ricordo solo, en passant, che è stato tra i primi a segnalare la centralità del lavoro con le fratrie nella Terapia Familiare. Ha sviluppato in modo originale e ricco, il tema della mediazione. Si è impegnato moltissimo nella dimensione che ha permesso di introdurre nelle teorie e nelle pratiche sistemiche le Teorie dell’Attaccamento. Poi, più recentemente, si è impegnato nell’approccio che prevede l’uso delle immagini e delle fotografie in psicoterapia

Infine, è stato un tessitore. Sostenitore convinto delle reti, ha dato un contributo inestimabile alla nascita della SIPPR e delle differenti dimensioni collettive in cui gli psicoterapeuti si riconoscono: European Association for Psycoterapy, International Association for the Study of Attachment. E, soprattutto, l’Efta di cui è Presidente generale e lo sarebbe stato fino al prossimo Convegno di Napoli. Un collega attento alle esigenze ed alle posizioni di tutti e sicuro punto di riferimento in un universo che, talvolta, è attraversato da tensioni e protagonismi fuori luogo.

Dire che ci mancherà può essere sicuramente un luogo comune. Ma, correndo il rischio di essere banale, voglio dire che Rodolfo ci mancherà moltissimo.

Vorrei inviare a Daniela, sua moglie, ed a tutte le persone a lui vicine un abbraccio affettuoso.

Avremo tempo di parlare di Rodolfo, delle sue eredità e dei suoi contributi al nostro mondo, presto e in più occasioni.

Maurizio Coletti