Come recuperare la libertà in un’epoca nella quale le nostre vite sembrano ripetizioni senza fine di copioni già scritti? Come evitare che i nostri modelli terapeutici siano un altro esempio di copioni ripetitivi?

In una fase storica in cui la psicoterapia sembra fluttuare tra la ricerca di una legittimazione definitiva attraverso le neuroscienze e l’adozione di una visione per la quale “tutto è linguaggio”, l’immaginazione ci permette di aprirci ad eventi trasformativi che permettono sia a noi che ai nostri pazienti di evitare le ripetizioni e recuperare gradi di libertà in seno alle situazioni reali che appaiono nelle sedute.

Oltre la polarità che sostiene le pratiche delle psicoterapie dominate dalla legittimazione basata sulla biologia o quella basata sul “giro linguistico”, si presenterà una pratica psicoterapeutica nella quale il linguaggio non si esaurisce nel processo di significazione, una psicoterapia che riprende la dimensione del significato e include un processo di immaginazione. Quest’arte dell’immaginazione riscatta le immagini, come apparizioni del mondo, sia se esse siano eluse o emarginate sia se siano collocate nell’immaginario sociale al servizio delle micropolitiche dominanti . In questo modo si convertono in punti di resistenza che si aprono a possibili eventi poetici di valore trasformativo

Il dr. Marcelo Pakman è uno psichiatra di comunità, psicoterapeuta e terapista familiare; la sua lunga pratica clinica, basata sull’approccio sistemico, è stata accompagnata da interessi che vanno da una parte verso la filosofia e l’epistemologia e dall’altra per l’intervento clinico nel campo della salute mentale e della psicoterapia. È stato membro di Comitati Scientifici di differenti Riviste scientifiche nel Nord e Sud America, ha scritto molti articoli e capitoli di libri in inglese, spagnolo, italiano, francese e portoghese. Il dr. Pakman è stato professore invitato, docente e speaker in convegni, conferenze, seminari, workshop, corsi in più di 100 città del Nord e del Sud America, Europa e Asia.

Nella sua pratica, nei suoi scritti e nella formazione si è occupato di situazioni di povertà, violenza e dissonanza etnica, delle relazioni tra clinica ed epistemologia, della politica della psichiatria comunitaria e dei diritti umani nel campo della salute mentale e, negli ultimi anni, dell’articolazione della politica e della micropolitica della vita quotidiana e delle psicoterapia; si è occupato in maniera crescente degli eventi poetici trasformativi nel corso di una terapia, del ruolo delle immagini e della immaginazione.